venerdì 21 settembre 2012

Trieste-Opicina: ecco la storia

E' il 1911 e Trieste non è ancora italiana. Sulle alture del Carso si corre per la prima
volta la Trieste-Opicina. Una gara durissima, strade ancora sterrate, e le auto di allora,
bolidi che correvano incuranti della polvere, con le ruote dure come sassi, e un volante
grande come un timone. Piloti dai visi anneriti, nascosti da occhialoni scuri. I
muscoli della mascella serrati, le braccia tese a far voltare quei mostri d'acciaio poco
inclini a farsi dominare. Le salite di quella gara diventano già storia.  Il primo vincitore è Hieronimus Otto, su Laurin & Klement, la futura Skoda. Un vero personaggio, che in quella prima edizione concluse i 7,4 chilometri alla media "folle" di 72.742 km/h. Era il 4 giugno e, nonostante la pioggia incessante, il pubblico e la città avevano organizzato un affettuoso abbraccio a quest'iniziativa, talmente affettuoso da richiedere l'intervento di ben 200 gendarmi a cavallo e centinaia di metri di funi di contenimento lungo il tracciato.
Poi la guerra, e bisognerà aspettare il 1926 per vedere ritornare le auto sulle strade, ancora sterrate, della Trieste-Opicina.
La partenza è davanti al Caffè Fabris, il percorso è 9,5 Km. Si sfidano le Bugatti, le Alfa Romeo, le Lancia Lambda e le OM 2000, le Fiat 1456 e la piccola Peugeot 720 cc.  Vittoria assoluta per  Emilio Ricchetti,su Bugatti, triestino. Per l'edizione del 1927, si fa "rullare" tutto il percorso per renderlo più scorrevole. 33 gli iscritti, vittoria al  Barone Ettore Franchetti, che arriva a Trieste dalla Toscana alla guida di una Diatto
2600 corsa, la vettura con cui affronta la gara e la vince in 7' e 29" a 76.169 km/h di media.
Ma l'edizione memorabile è quella del 1928, per merito di una donna: la nobile triestina marchesa Lotty d'Incisa - Camerana concede vasti territori sulle pendici di Scorcola di sua proprietà per l'ampliamento ed il miglioramento del percorso. La gara si corre in autunno., e la vittoria va alla Lancia Lambda di Strazza. Nel 1929 si allunga ancora il percorso, arrivano nomi famosi: Achille Varzi  sulla Alfa Romeo, che vince. La media è salita a 84 Km/h, la gara è diventata una delle più veloci e impegnative d'Italia, è il 1930 e arriva Tazio. Nuvolari è accompagnato dal suo direttore sportivo Enzo Ferrari. Solo per vincere. Su un'Alfa Romeo P2, ed entusiasma il pubblico. Arriva a tutta velocità sulla difficile curva della Cava di Faccanoni, curva che come le altre lui chiamava "risorsa", ed anziché rallentare, sfrutta la scarsa aderenza del fondo sterrato, per lasciar scappare la vettura in un derapage da manuale, senza mai staccare un attimo l'acceleratore. Nuova media di 95.151 km/h e record per Nuvolari. La gara continua fino al 1932, poi un periodo di indesiderata, ma obbligatoria, sosta.
Nel giugno del '39 il triestino Guido Kozmann riesce di nuovo ad entusiasmare gli
appassionati con la sua Lancia Aprilia, in una gara stravolta nel regolamento che vede al
via solo vetture di produzione nazionale, tutte rigorosamente autarchiche.
Ma incombe la guerra, e dopo di allora le corse cambieranno. La Trieste-Opicina è comunque entrata nella storia dell'automobilismo: con le sue salite, le sue curve e controcurve, rimane nel cuore degli sportivi e dei tanti che l'hanno vista e vissuta.

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